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Si sa che l'hard-core esiste, ma altra cosa è discuterne apertamente, rompendo il muro di discrezione e prudenza che sembra essere la sua ragion d'essere. Ci sono aspetti della vita sociale, un po' sporchi e un po' colpevoli, che è bene rimangano dove sono, sepolti nell'anonimato delle pratiche individuali che tutti (o quasi) conoscono, ma che pochi vogliono sentirsi raccontare. Nonostante ciò assistiamo oggi a una proliferazione incessante di discorsi intorno alla pornografia. Molti ambiti disciplinari (la psicologia, la critica letteraria e cinematografica, la semiotica, la sociologia, la filosofia) e militanti (le femministe, i gay, i gruppi religiosi e politici) propongono la loro definizione e la loro posizione favorevole o contraria, partecipando a conflitti ideologici e simbolici che, dagli anni '60 e '70, giungono fino a noi. Perché? Il fatto è che la pornografia sfiora molti temi sociali importanti: i rapporti tra i generi; le nuove tecnologie che hanno trasformato la comunicazione di massa; i processi di socializzazione e di produzione dell'identità di classe, di razza ed etnica; i diritti civili, la libertà di espressione e la protezione dei minori; il mutare e lo svilupparsi del discorso pubblico intorno ad argomenti sessuali; la globalizzazione informativa e l'omologazione delle culture; la costruzione di comunità virtuali e di aggregazioni nel web; il ruolo delle minoranze; l'emancipazione e la repressione dei corpi e del desiderio; l'etica della comunicazione...